LO SHIATSU
- notizie storiche -
Lo Shiatsu è una disciplina terapeutica digito-pressoria nata in Giappone da un insieme di tecniche di manipolazione corporea che vengono fatte risalire circa al VI secolo d.C., periodo in cui i monaci buddisti cinesi entrano in Giappone e cominciano a divulgare la religione buddista insieme alla scrittura, alla cultura ed alla filosofia cinese.
Ciò che nacque da questo incontro tra due culture fu un sincretismo culturale che è alla base stessa della storia e quindi della cultura, giapponese.
Attraverso la cultura cinese penetrò in Giappone anche la medicina cinese, i suoi concetti, le sue tecniche e i suoi strumenti terapeutici.
Insieme all’ uso di aghi per l’agopuntura, di bastoncini di moxa e di coppette riscaldate, in Giappone cominciò a praticarsi anche l’antica An-mo (Kempo), la base degli esercizi e dei trattamenti manipolatori o massoterapici cinese, disciplina che diventerà in seguito Tuinà e AnMa in Cina (an - premere, ma – strofinare), Do-In e An-Kyo in Giappone.
Lo studio della Medicina Tradizionele Cinese, la sua applicazione attraverso tecniche manipolatorie basate sulla teoria dei meridiani fioriscono rapidamente in Giappone anche grazie a studiosi del calibro di Tanba Yasuryori che, nel 984 d.C componeva un ricco lavoro di raccolta di dati provenienti da trattati di medicina cinese, l’ Ishinpo.
Questo interesse portò presto a rendere quasi obbligatoria la conoscenza della Medicina Tradizionale Cinese e delle sue tecniche a qualunque terapeuta giapponese.
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La decadenza di questo ciclo di conoscenza della terapia manuale avvenne nel periodo Edo (1630-1867), un periodo di particolare chiusura alle influenze straniere, in parte perché il governo dell'epoca di Tokugawa, dopo aver incrementato la diffusione di questi trattamenti, ne fece paradossalmente un'attività riservata soprattutto ai non vedenti, provvedimento che ebbe l’ inattesa conseguenza di snaturarne gli intenti riducendo l’ An-Kyo ed il Do-In ad una semplice pratica di massaggi generici definiti in seguito "ludici".
Benché vari studiosi si lamentassero della perdita delle corrette interpretazioni della tradizione medica dell’ AnMa come il maestro Hayashi (1596), o Ekken Kaibara e Miyawaki nel 1713 o il maestro Shinsai Ota, con il suo "Anpuku Zukai" (1827), in Giappone, le tecniche di medicina tradizionale vennero relegate ad una stretta cerchia di cultori e in conseguenza, a cavallo tra il 1800 e il 1900, questo impoverimento della tradizione medica si tradusse in una fase storica di apertura alle influenze culturali occidentali ed alle tecniche della scienza medica europea come la Chiropratica, l'Osteopatia e la Spondiloterapia che rapidamente presero il posto delle arti mediche tradizionali.
Ad ogni modo la tradizione è identità e sull’ identità si costruisce un popolo, di conseguenza le tecniche tradizionali giapponesi derivate dalla M.T.C., ovvero l’AnMa, l’Agopuntura e la Moxa furono protette nel 1911 da una legge che peraltro non vietava altre tecniche simili, cosa questa che permise lentamente la nascita dello Shiatsu.
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A cavallo tra ‘800 e ‘900 molti terapisti giapponesi, pur avendo ormai studiato su basi occidentali, furono a poco a poco nuovamente attratti dalle tecniche tradizionali e recuperandone lo spirito vennero a formare le basi di quella che poi definirono la Medicina Orientale.
E’ infatti proprio nel 1939, attraverso la pubblicazione del primo libro sullo Shiatsu, intitolato "Shiatsu-ho", ad opera di Tamai Tenpeki, esperto di Anpuku, AnMa e Do-in, che ci si concentra sull’atto pressorio come base di una nuova tecnica, lo shi – atsu (dito – pressione) distanziandosi dall’ AnMa, tecnica in decadenza in cui la pressione rappresentava soltanto uno degli aspetti terapeutici.
Nel 1925, inoltre, lo Shiatsu fu presentato come nuova metodologia di cura di uso popolare nel trattato di medicina "Aka-hon"(il libro rosso) di Tachiki Tsukita.
- TOKUJIRO NAMIKOSHI -
Questo rinnovato interesse per le tecniche tradizionali condusse il Giappone ad un nuovo sincretismo culturale tra Occidente ed Oriente che portò alcuni studiosi di medicina ad un nuovo approccio terapeutico.
E’ questo il caso di Tokujiro Namikoshi (Tadotsu, 3 novembre 1905 – Tokyo, 25 settembre 2000) che grazie alle sue doti terapeutiche personali ed allo studio dei trattamenti manipolatori tradizionali presso il maestro terapista Yoshimasu Odagawa, sistematizzò le conoscenze sul “proto” shiatsu di Tempaku, la tradizione del Do–In, ginnastica spirituale e digitopressione dei punti vitali dei meridiani e le basi occidentali della fisiologia in una disciplina organica dello Shiatsu, per cui viene generalmente considerato il fondatore dello Shiatsu moderno. Lo Shiatsu di Namikoshi risvegliò l’interesse per la medicina orientale, tra i giapponesi come tra gli occidentali e questo fece la fortuna di questa disciplina che divenne oggetto di studi a tale livello da permettere a Namikoshi di fondare in un primo momento nel 1925 l’Istituto di Shiatsu Terapia ad Hokkaido e nel 1940 il Japan Shiatsu College a Tokio ed infine di far riconoscere lo Shiatsu come tecnica terapeutica dal Ministero della Sanità Giapponese nel 1964.
Il metodo Namikoshi si caratterizza per l’attenzione al sintomo ed alla definizione del trattamento in base a questo procedendo con una pressione terapeutica
perpendicolare e prolungata attraverso pollici, palmo della mano o pollici sovrapposti su dei punti specifici del sistema tendineo muscolare definiti tsubo. Namikoshi prende in
considerazione 660 tsubo divisi in aree anatomiche e per ogni patologia adotta una strategia pressoria concernente una serie di tsubo consequenziali. Namikoshi non ha interesse
nell’ analisi dell’equilibrio energetico o il riequilibrio dell’armonia del Ki e dunque non approfondisce lo studio dei Meridiani e le basi della M.T.C. ed anche se gli tsubo usati spesso sono
situati sui Meridiani, si concentra invece sugli stimoli pressori che riguardino il sistema nervoso, il sistema circolatorio ed il sistema locomotore e in genere sulle dinamiche biologiche
meccanicistiche della Scienza Medica Occidentale.
Volendo osservare questo metodo con il punto di vista della M.T.C., potremmo dire che lo Shiatsu di Namikoshi, concentrandosi sugli apparati locomotore,
circolatorio, nervoso e linfatico in modo meccanicistico ha un effetto prevalente sugli Jing Jin i meridiani tendineo muscolari, favorendo la riduzione del dolore, migliorando la circolazione
locale e generale e indirettamente migliorando il flusso della Wei Qi (Energia Difensiva, n.d.r.). Il trattamento Namikoshi non cerca l’origine del problema con una prospettiva energetica bensì
materiale facendo così da ponte tra la Medicina Orientale e la Scienza Medica Occidentale (...)
testo tratto da: "SHIATSU E SISTEMA IMMUNITARIO"
di TRISTANO GARGANO
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Shizuto Masunaga: Iokai Shiatsu
Molti tra gli allievi di Namikoshi, dopo anni come assistenti presso la scuola del maestro, intrapresero una propria strada teorica e pratica e divennero maestri a loro volta. Tra questi Shizuto Masunaga è sicuramente uno dei principali ad aver influenzato lo Shiatsu contemporaneo.
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Shizuto Masunaga (Kure 1925 – 1981), laureato in Psicologia e Filosofia all’ Università di Kyoto e appassionato fin da molto giovane, grazie a sua madre, alle medicine tradizionali, dopo essersi diplomato come terapeuta Shiatsu con Namikoshi Sensei al Japan Shiatsu College ed avendo lì operato ed insegnato psicologia clinica per 10 anni, ad un tratto matura la decisione di allontanarsi dal metodo del maestro e di sviluppare un suo sistema istituendo nel 1968 la sua scuola, lo Iokai Shiatsu Center a Tokyo.
Occorre specificare che la parola IOKAI dalla lingua giapponese si traduce “fare insieme, cooperare", "associazione" e nello stesso momento "Re o Buddha della Medicina,” ed è un termine che racchiude molteplici livelli di significato dove “IO” sta per Re o Buddha della Medicina (Bhaishajyaguru), sottolineando così il tipico concetto della compassione buddista specificato nel suo aspetto medico e “KAI” sta per “fare qualcosa insieme”, suggerendo la necessità di relazionarsi tra terapeuta (torì) e paziente (ukè) e tra operatori e dunque ricercatori. Scegliendo questa parola, Shizuto Masunaga cerca di sintetizzare il suo metodo.
Il maestro Masunaga ricomincia a studiare la M.T.C. (Medicina Tradizionale Cinese, n.d.r.) e ne fa il quadro principale di riferimento della sua via allo Shiatsu rinsaldando la frattura avutasi ad inizio secolo in Giappone tra la medicina tradizionale e le influenze della medicina occidentale come lui stesso afferma nel suo libro “Shiatsu et Médecine Orientale” : “Cercando di interpretare correttamente il pensiero cinese, ho cercato, attraverso lo Shiatsu e partendo dalla mia personale ricerca della verità, di stabilire una teoria dei meridiani che sia in totale accordo con la prospettiva d’insieme della medicina orientale”.
Masunaga infatti rimette al centro dello Shiatsu Do il Qi (Soffio o Vapore o Soffio Vitale, Ki in giapponese), i meridiani della M.T.C. (keiraku in giapponese da cui la definizione alternativa del suo metodo come "Keiraku Shiatsu"), i principi taoisti dello Yin e dello Yang (Kyo e Jitsu) e l’importanza della diagnostica della M.T.C., gli otto principi diagnostici Ba Gang, concentrandosi specialmente su quella tattile o in giapponese: Setsu Shin.
Tuttavia, grazie alla sua personale sensibilità ed alla sua ricerca pratica individuale Masunaga approfondisce e nello stesso tempo oltrepassa la M.T.C. evolvendo in un suo metodo definito.
Applica il concetto di Ki alla relazione tra paziente e terapeuta, recupera e approfondizce l' Anpuku, arte terapeutica praticata da sua madre, cercando attraverso l’hara (l’addome o centro energetico umano per la tradizione giapponese) del terapeuta, di entrare in profonda comunicazione con l’ hara del paziente e sviluppando la compassione profonda che permetta di unire i due in un relazione di reciprocità energetica. Considera i 12 meridiani tradizionali della M.T.C. ma individua 12 prolungamenti di questi sugli arti e stabilisce alcune difformità dai percorsi tradizionali (come ad esempio per il Meridiano di Rene), definendo questi come “prolungamenti dei meridiani Masunaga”.
Shizuto Masunaga considera i meridiani nascere sempre dall’ organo o dal viscere e sviluppare il loro percorso “alla giapponese” ovvero sempre in senso centrifugo rispetto all’ hara a differenza della M.T.C. che considera i meridiani Yang dei visceri in senso discendente verso la terra e quelli Yin degli Organi in senso ascendente verso il cielo. Si allontana inoltre dalla concezione di trattamento sui punti energetici, o agopunti o tsubo comune alla M.T.C. ed allo Shiatsu Namikoshi per prestare invece attenzione allo stato del meridiano (keiraku) in quanto tale e trattarlo terapeuticamente nella sua interezza. Approfondisce i concetti di Yin/Kyo e Yang/Jitsu dando maggiore importanza alla tonificazione delle aree che presentano il Kyo ovvero il vuoto energetico viste come radici del problema piuttosto che sulla dispersione delle aree Jitsu ovvero di stagnazione energetica viste come naturali conseguenze dell’area Kyo, in una relazione che ricorda la legge buddista di causa/effetto.
Ad ogni modo, la prospettiva teorica fondamentale della concezione dello Shiatsu di Shizuto Masunaga è quella di aver ripreso ed approfondito quella che in Occidente chiamiamo “via energetica” rispetto a quella razionale e meccanicistica ovvero la necessità di coltivare una sensibilità intuitiva profonda da parte dell’ operatore per renderlo capace di avvertire quei flussi energetici sottili impossibili da catalogare con i mezzi della scienza razionale e su cui la teoria dei meridiani della M.T.C. e la Medicina Orientale in generale si fondano.
Da psicologo, filosofo, studioso di Medicina Tradizionale e Terapista Shiatsu, Masunaga, con questa base concettuale, si allontana dalla visione medica occidentale per cui afferma: “sia nel campo della prevenzione che in quello della terapia, la malattia viene considerata un insieme standard di sintomi valido per tutti” mentre invece sostiene: “noi in Oriente non cerchiamo una malattia specifica, ma ci sforziamo di diagnosticare il fenomeno –assenza di salute- che ricorre nel singolo individuo. Consideriamo l’organismo di ogni singolo paziente diverso da quello di tutti gli altri e teniamo conto della sua costituzione. Cerchiamo di scoprire soprattutto ed anzitutto perché la malattia si è sviluppata”
Masunaga dunque si centra sull’ unicità dell’individuo e sul suo personale status di armonia e salute per poi considerare le cause psico-fisiche ed energetiche nel senso più ampio di un eventuale disarmonia e quindi di una conseguente patologia e attraverso la diagnosi tattile energetica delle aree addominali, dorsali e dei meridiani, sviluppa un trattamento estremamente individualizzato che mira a curare ma anche a prevenire la malattia.
Masunaga si spinge ad affermare che “nello shiatsu il trattamento è la diagnosi e la diagnosi è il trattamento” marcando con questa definizione anche la separazione tra shiatsu non professionale e shiatsu professionale.
Come introdotto, i principi diagnostici dello Shiatsu di Masunaga sono ascrivibili alla M.T.C. (Ba Gang) e in particolare alla setsu shin, alla palpazione, in particolare dell’addome, del dorso e dei canali interessati. Affidandosi alla sua riconosciuta sensibilità ed esperienza, Masunaga, nel caso dell’addome, grazie all' esperienza da terapista di sua madre, riconosce la validità terapeutica dell’Anpuku- terapia di Shinsei Ota, Toudou Yoshimasu (1702-1773) e Tamai Tenpeki ed individua delle aree addominali da utilizzare a fini diagnostici corrispondenti ai 12 meridiani tradizionali ma differenti in quanto a localizzazione rispetto alla M.T.C., aree che nel tempo sono state definite con l’acronimo A.D.A. ovvero Aree Diagnostiche Addominali.
Nel caso del dorso, non utilizza i classici punti diagnostici Shu del Dorso della M.T.C., bensì delle aree peculiari individuate da lui stesso. Nel caso dei meridiani, Masunaga, reinterpretando i testi classici cinesi di agopuntura nei quali si considera la palpazione del corpo del paziente come principio diagnostico prima della applicazione degli aghi, si concentra sulla tonicità o meno dell’ interezza del meridiano cercando lungo questo gli tsubo Kyo e quelli Jitsu a conferma dei risultati diagnostici dell’ analisi addominale o dorsale ed infine tonificando e sedando ogni squilibrio all’ interno del meridiano stesso, essendo questa in particolare la definizione pratica del suo Keiraku Shiatsu o Shiatsu dei Meridiani.
Nella sua attenta analisi della M.T.C., Masunaga si convince che le tecniche terapeutiche tradizionali cinesi si occupano più dello Yang che dello Yin, e che l’effetto terapeutico dell’agopuntura come del tuinà, pilastri della terapia in M.T.C., sia più focalizzato sulla dispersione del pieno energetico che sulla tonificazione del vuoto. Masunaga quindi cerca di sviluppare il suo metodo per supplire a questa carenza terapeutica. Per Masunaga, dal Kyo, ovvero dall’ esaurimento energetico derivano tutti i Jitsu, le aree di iperattività energetica, cronologicamente come energeticamente. Su questa base il trattamento di Masunaga affronta prima di ogni cosa il meridiano in Kyo ed all’ interno di ogni meridiano squilibrato si dedica, con la tecnica Keiraku a cercare, punto dopo punto, lungo il percorso del meridiano, i punti in vuoto da tonificare con la mano madre e cercando con la mano figlia i punti in pieno correlati al vuoto, utilizzando questi ultimi per riequilibrare i vuoti.
Una volta riconosciute le aree Kyo e quelle Jitsu sul corpo dell’Uke in una condizione di massimo ascolto, quasi di fusione energetica tra paziente ed operatore o
compassione definita “simpatia vitale”, il Tori secondo Masunaga sceglie le aree più squilibrate ed imposta la strategia del trattamento fecendo particolare attenzione a
interagire con il sistema nervoso parasimpatico dell' "ukè" e cercando di evitare di coinvolgere quello simpatico.
Il trattamento stile Iokai ha in comune agli altri stili Shiatsu la perpendicolarità della pressione, la pressione ritmica e prolungata su di un punto ma a parte differenziarsi per l’ uso di altre parti del corpo per realizzare la pressione in quanto oltre all’ uso dei pollici e del palmo delle mani fa uso dei gomiti, delle ginocchia, delle nocche, di pollice e nocche, delle braccia, del pugno, Masunaga fonda l’ efficacia del trattamento sulla relazione tra le due mani dell’ operatore lì dove una mano sarà la mano madre e l’ altra la mano figlia, una genererà tonificazione, l’ altra sedazione, una sarà fissa, in appoggio a proteggere e tonificare, l’ altra sarà mobile ed attraverserà il meridiano in ricerca dei blocchi del Qi/Ki a sedare o disperdere, l’ una ad attivare il sistema nervoso parasimpatico e quindi a calmare per evitare irrigidimenti l’ altra a stimolare silenziosamente il sistema nervoso simpatico in cerca di reazioni, una Yin, una Yang, entrambe le mani in comunicazione sottile tra loro ed il terapista, attento ad ascoltare questa comunicazione tra le due mani o come la definisce Masunaga “sensazione delle mani vibranti” (Hibiki), avrà così conferma della retta via del suo operato.
Il fine terapeutico di Masunaga è la stimolazione dell’ autoguarigione nel paziente superando la barriera della sensibilità somatica epicritica ovvero mediata e razionale per giungere a quella protopatica ovvero emotiva e più profonda per entrambi i soggetti, Torì ed Ukè, Terapeuta e Paziente e permettendo così all’ empatia o “simpatia vitale” di aprire le porte della percezione di se al paziente ed innescare i processi di autocoscienza che gli permetteranno di fare i primi passi verso il riequilibrio coadiuvato dallo stimolo mirato del Terapeuta ed in questo senso infatti Masunaga afferma: “Lo shiatsu è un mezzo che permette al paziente di conoscere se stesso, di rendersi conto della capacità di auto risanarsi”.
Masunaga inoltre sottolinea in questo senso come “i trattamenti shiatsu permettono di diagnosticare sia le alterazioni fisiche sia le anomalie nei rapporti sociali” spiegando che: “Nel nostro ambiente stressante questi rapporti sono continuamente minacciati e buona parte della tensione è sopportata dal sistema cutaneo – evento che favorisce l’insorgenza di alterazioni cutanee, che a loro volta possono compromettere il funzionamento degli organi interni”.
Come nella M.T.C., anche nel metodo Iokai, Psiche e Soma sono un tutt’uno, Shen, Jing, Qi, Xuè e Zang/Fu, materia ed energia.
Un buon trattamento Shiatsu con metodo Iokai, effettuato da un operatore professionista con esperienza dunque avrà conseguenze che non si riducono al mero effetto di alleviare un dolore, contribuendo invece al miglioramento psicofisico della persona nella sua totalità.
Masunaga inoltre, nei suoi presupposti teorici mette la prevenzione delle patologie al centro dello Shiatsu, poiché afferma che con una corretta diagnosi addominale, dorsale e dei meridiani si può individuare uno squilibrio e conseguentemente trattarlo prima che si aggravi esplicitandosi in una patologia. (...)
testo tratto da: "SHIATSU E SISTEMA IMMUNITARIO"
di TRISTANO GARGANO copyright 2017-2024
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